Come era stato anticipato dal trailer della sesta stagione pubblicato sulla maggior parte dei canali ufficiali, Black Mirror è tornato con la sua sesta stagione su Netflix, a distanza di anni da una quinta stagione molto criticata per i suoi tre episodi, tra cui quello con Miley Cyrus che mai, come in quel momento, sembrava essersi definitivamente distaccato dello spirito della serie antologica. La sesta stagione in questione è diventata immediatamente realtà, come riportato su Chronist.it, per mezzo di una serie di commenti, recensioni, watch e rewatch da parte degli esperti.
Il motivo dominante di tutto questo clamore è relativo ad una svolta nel sistema narrativo ed estetico di Black Mirror 6, che ha deciso di virare definitivamente verso un prodotto horror-fantasy, di cui soltanto pochi sono i punti di contatto con le altre stagioni. Ma quali sono i motivi di tale scelta e, soprattutto, per quale motivo si deve parlare di un cambiamento che non ha convinto a pieno i fan della storica serie?

Il cambiamento estetico di Black Mirror nella sua sesta stagione
Il primo motivo che permette di parlare di una vera e propria svolta horror-fantasy di Black Mirror, nell’ambito della sua sesta stagione, riguarda il cambiamento estetico da parte della serie. Chi ricorda le prime stagioni di Black Mirror, in particolar modo le prime tre che avevano conquistato il pubblico è permesso alla serie di diventare cult in tutto il mondo, sa che il parametro fondamentale dell’estetica di Black Mirror aveva molti punti di contatto con una vera realtà videoludica, che si presentava attraverso intelligenza artificiale, tecnologia in grado di dominare il mondo, cambiamenti estetici all’interno della società del futuro e, allo stesso tempo, conseguenze negative di tutti questi processi: distruzione, città distrutte, esseri umani sempre più vicini ad androidi e tanto altro.
La sesta stagione di Black Mirror, invece, sovverte tutti questi parametri, presentando un’estetica completamente differente, intrisa di mostri, demoni, creature che sono completamente diverse, anche nella loro immagine, rispetto a quelle delle prime stagioni. Non più una rappresentazione di realtà possibile, dunque, quanto più un’estetica che richiama molto i prodotti fantasy, attraverso immagini molto grottesche, realizzate per mezzo degli effetti speciali e visivi. Anche quando Black Mirror rappresenta la realtà, come nell’ambito del secondo episodio, lo fa con il sangue, le atmosfere cupe e i volti coperti da una maschera.

L’idea di una nuova società rappresentata
La differenza sostanziale tra le prime stagioni di Black Mirror ciò che viene mostrato nella sesta, però, non riguarda tanto un discorso di natura estetica, dal momento che, soprattutto tra i fan più storici del prodotto seriale, le polemiche più importanti sono sorte per quanto riguarda la percezione di una realtà possibile, che in Black Mirror 6 viene completamente travisata, in virtù di una volontà di rappresentare il prodotto attraverso una chiave horror e, soprattutto, fantasy. In passato, Black Mirror mostrava alcune delle possibili derive di un abuso della tecnologia, da parte della società occidentale, soprattutto all’interno dei meccanismi di potere, governo e polizia, dal momento che, tra le possibili derive, c’era quella di un possibile assoggettamento dell’uomo rispetto alla macchina.
Oggi, Black Mirror non sembra più essere in grado di concepire lo stesso tipo di realtà e, anche nell’ambito del primo e del terzo episodio, che si avvicinano di più allo spirito della serie, c’è sempre un punto di rottura con la tradizione, con una nuova società rappresentata. In particolar modo, infatti, si privilegia un racconto del passato, pescando tra le tendenze del momento come il true crime e, soprattutto, mostrando un’idea completamente differente della paura dell’ossessione umana, non più per la macchina ma per il mostro.